Il TRATTAMENTO
Esami Elettrofisiologici, cosa coso?
Lo studio elettrofisiologico valuta diverse funzioni visive avvalendosi di esami specifici ed è utile per differenziare l’origine delle patologie visive.
Con questi esami è possibile individuare difetti della retina, delle vie ottiche o del cervello.
La principale applicazione clinica è rappresentata dall’identificazione delle malattie del nervo ottico e dalla localizzazione di eventuali alterazioni. Inoltre, il loro utilizzo è indispensabile per monitorare lo sviluppo delle vie ottiche nei prematuri e nei pazienti con disturbi cerebrali.
Gli esami elettrofisiologici sono considerati dei test che permettono una diagnosi obiettiva. Possono anche essere utilizzati proficuamente nei pazienti in età infantile per studiare lo sviluppo dell’apparato visivo.
Quali esami si utilizzano?
Gli esami che vengono effettuati sono:
- Elettroculogramma (EOG),
- Elettroretinogramma (ERG),
- Potenziali evocati visivi (PEV)
- Elettroretinogramma da pattern (PERG).
EOG – ElettroOculoGramma
Che cos’è?
E’ lo studio dell’attività elettrica oculare di base generata dall’epitelio pigmentato retinico (EPR) sia in condizioni di buio che di illuminazione adeguata.
Quando può essere richiesto?
L’ esame è utile all’ oculista in caso di degenerazioni tapetoretiniche, nei tumori coroidali, ecc..
Come viene eseguito l’ esame?
L’ esame dura circa 30 minuti e viene condotto attaccando due elettrodi cutanei a livello del canto nasale e laterale di ciascun occhio.
Il paziente, poggiato ad una mentoniera, guarda in una cupola nella quale sono presenti due led a 30° e 45° dal centro, che costituiscono lo stimolo di fissazione di riferimento durante i movimenti di lateralità del bulbo.
Si procede prima con l’ adattamento in condizioni di illuminazione adeguata e poi si spengono le luci e si effettua la registrazione al buoi per circa 10 – 15 minuti.
Poi si riaccende la cupola e rileva nuovamente il potenziale d’ azione.
Note tecniche
Inizialmente nel grafico si apprezza un decremento progressivo dell’ ampiezza del potenziale e dei picchi fino ad un punto minimo chiamato “Dark Through”, successivamente una volta riaccesa la cupola, si verifica il fenomeno inverso. Si ha infatti un aumento di ampiezza del potenziale fino al raggiungimento di un punto massimo chiamato “Light Peak”.
ERG – ElettroRetinoGramma
Che cosa è?
E’ lo studio dell’attività retinica dopo adeguate stimolazioni luminose. Vengono studiati i potenziali d’azione generati dai fotorecettori (coni e bastoncelli) e dalle altre componenti cellulari retiniche, quando si invia alla retina uno stimolo luminoso diffuso (flash) o strutturato (pattern).
Può essere studiata la risposta dei coni o dei bastoncelli ricorrendo a condizioni di luminosità particolare.
A che cosa serve?
L’ERG è un esame è d’ ausilio all’ oculista nella valutazione di patologie quali le degenerazioni vitreo-retiniche, nei casi di distacco di retina , nella retinopatia pigmentosa, diabetica ed ipertensiva, nel galucoma e nei casi di maculopatia e degenerazione maculare.
Come viene eseguito?
Viene eseguito in binoculare, con correzione e applicando cinque elettrodi (non si usano più gli aghi), due applicati sulla palpebra inferiore (di rilevamento), due dietro le orecchie (di massa) e uno sulla fronte (di riferimento).
L’esame va eseguito in midrisi, con pupilla dilatata, quindi è richiesta l’instillazione di qualche goccia di collirio midriatico. L’esame dura solo pochi minuti e al paziente viene chiesto solo di guardale all’ interno di uno strumento dentro il quale si accendono i flash o i pattern dopo un periodo di stabilizzazione al buio.
Note tecniche
Alla fine dell’ esame se ne otterrà un tracciato ad onde nel quale si riscontrano cinque componenti positive e cinque negative.
Il primo evento bioelettrico è detto “potenziale precoce” ed è una corrente di bassissima intensità mal rilevabile.
Il secondo è detto onda a ed è una deflessione negativa legata all’ iperpolarizzazione delle cellule retiniche (EPR, fotorecettori, cellule amacrine e bipolari).
Il terzo evento è detto onda b, è una deflessione positiva ed ampia ed è legata all’ attività degli strati retinici più interni (cellule e fibre gangliari).
Gli altri due eventi bioelettrici sono chiamati onda c e d ma sono di bassissimo voltaggio e mal rilevabili.
Gli ERG con flash esprimono la funzionalità degli strati retinici più esterni, quelli con pattern invece esprimono quella degli strati più interni.
PEV – Potenziali Evocati Visivi e PERG – ElettroRetinoGramma da Pattern
Che cosa sono?
I due esami vengono eseguiti contemporaneamente e hanno una durata di circa 30 minuti. Vengono applicati degli elettrodi cutanei e corneali. Con i potenziali evocati visivi (PEV) e l’elettroretinogramma da pattern si effettua una registrazione computerizzata dell’attività elettrica nella corteccia cerebrale. La retina viene stimolata con flash luminosi che possono essere piccoli e multifocali o un solo flash grande (a tutto campo). Viene registrata l’attività elettrica delle cellule gangliari retiniche e delle vie ottiche indotta da stimoli visivi quali una scacchiera, delle barre verticali bianche e nere e flash luminosi. Con questo esame si possono, quindi, studiare i difetti presenti nel tratto nervoso che va dalla retina al cervello
L’esame consiste nella registrazione degli impulsi elettrici generati dalle strutture nervose oculari dal sito di origine, la retina, fino all’area visiva del cervello dopo opportuna stimolazione con flash o stimoli strutturati a scacchiera alternante. Consiste quindi nella registrazione del potenziale d’azione nel suo viaggio dalle strutture retiniche interne, cellule gangliari, attraverso le vie ottiche, fino alla corteccia visiva.
A che cosa servono?
E’ un esame di indagine diagnostica che viene usato in caso di malformazioni congenite, neurite ottica, papilla da stasi, ambliopia e malattie degenerative che possono interessare le vie ottiche. l’Esame produce un grafico ad onde le cui caratteristiche variano in base alla patologia per la quale è stato richiesto.
Come vengono eseguiti?
Viene eseguito una volta per occhio, con correzione e applicando tre elettrodi (non si usano più gli aghi), uno nella fronte (elettrodo di riferimento), uno dietro l’ orecchio (elettrodo di massa) e uno tra i capelli, sulla regione occipitale (elettrodo di rilevamento).
Viene eseguito in monoculare, una volta per occhio, e richiede la correzione ma non la midriasi, la dilatazione.
L’esame dura solo pochi minuti e al paziente viene chiesto solo di guardale all’ interno di uno strumento dentro il quale si accendono i flash o i pattern che vanno a stimolare le vie ottiche, dopo un periodo di stabilizzazione al buio.
DETTAGLI
- 22 Giu 2017
- Esami diagnostici