Il TRATTAMENTO
Riabilitazione dei disturbi visivi
Per i pazienti con danni celebrali e con conseguenti disturbi della vista legati al percorso che porta lo stimolo visivo fino alla corteccia occipitale consigliamo l’esercizio di riabilitazione con lo strumento Retimax Vision Trainer: un dispositivo per la registrazione delle risposte bioelettriche evocate durante la percezione di stimoli visivi strutturati a cui si associa un feedback sonoro.
In cosa consiste?
Retimax Vision Trainer e può essere impiegato in adulti e bambini dai 6 anni di età.
È un dispositivo per la registrazione delle risposte bioelettriche evocate durante la percezione di stimoli visivi strutturati a cui si associa un feedback sonoro.
Il paziente, a cui sono stati applicati degli elettrodi cutanei, sta seduto davanti ad un monitor che presenta quadrati bianchi e neri di grandezza e contrasto variabili. Fissando questo stimolo strutturato, si produrrà un segnale di tipo bioelettrico nella retina, nelle vie nervose e nella aree corticali. Migliore sarà la fissazione, più ampio sarà il potenziale elettrico misurato dagli elettrodi. Di conseguenza il segnale acustico aumenterà in altezza guidando il paziente nella sua ricerca di una fissazione, accomodazione e attenzione migliori e insegnandogli a controllare maggiormente tali funzioni. Questo esercizio, unitamente alla plasticità del sistema visivo, contribuiranno a incrementare la qualità della visione.
Questo trattamento è preceduto da una visita medica oculistica completa e viene effettuato da un’ortottista.
I risultati del RETIMAX
I risultati sono confermati oggettivamente dal miglioramento della risposte bioelettriche. Il Vision trainer va inteso come una metodica riabilitativa che permette al paziente di sfruttare, ottimizzandolo, il proprio potenziale visivo residuo. E’ rivolto a pazienti con disabilità visive di diversa origine e gravità, come deficit campimetrici, ipovisione di origine centrale, malattie retiniche degenerative, ambliopia).
Il Retimax Vision Trainer è uno strumento innovativo di cui ancora solo poche strutture all’avanguardia sono dotate. Crediamo che possa essere una proposta riabilitativa valida in pazienti con GCA e gravi deficit visivi, a patto che sia presente una sufficiente funzione cognitiva.
DETTAGLI
- 22 Giu 2017
- Esami diagnostici